Le
scarpe.
Sono sempre state un po' la mia fissa.
E' per questo che sono qua.
I professori del liceo sollevarono tutte le
loro perplessità quando mia madre
disse
loro che non avrei continuato gli studi. Non
poteva permetterselo.
Dissero che era un
delitto (proprio così) mandare sprecata
un'intelligenza che
non si incontra proprio
tutti i giorni. Lei forse ha avuto un rigurgito
di
rimorso e mi ha detto che forse... se
mi fossi trovata un impiego...forse.
Non volevo sentire altro.
Dentro di me ero al colmo dell'entusiasmo.
Non volevo sentire altro.
Dentro di me ero al colmo dell'entusiasmo.
E'
stato proprio un caso che, sollevando la
testa, abbia visto quel cartello.
"Cercasi commessa".
Sono entrata senza nemmeno pensarci su.
"Ha già avuto altre esperienze, signorina?".
Non ho nessuna esperienza. Glielo dico, ma lui, chissà mai
perché, decide di assumermi in prova
e poi la prova diventa il mio lavoro.
"Cercasi commessa".
Sono entrata senza nemmeno pensarci su.
"Ha già avuto altre esperienze, signorina?".
Non ho nessuna esperienza. Glielo dico, ma lui, chissà mai
perché, decide di assumermi in prova
e poi la prova diventa il mio lavoro.
Iscrizione all'università. Una compagna mi
registra le lezioni. Studio a tarda
sera ed
anche di notte. E poi lavoro.
Sì, faccio la commessa in un negozio di scarpe.
Non potete immaginare quante cose si imparano,
Sì, faccio la commessa in un negozio di scarpe.
Non potete immaginare quante cose si imparano,
lavorando in un negozio
di scarpe.
Ragazzini.
Ragazzini.
Tutti fissati con le Sportex.
Tutti il modello Trainer.
Tutti il modello Trainer.
Signore impellicciate con figlie adolescenti
che vorrebbero scarpe sportive, ma
poi...
finiscono per prendere quel decolletè
elegantino su cui insiste la
mamma.
Ma
così. Una cosa così, è stata la prima
volta che mi è accaduta.
Lui
è entrato. Subito dopo l'ora di pausa
degli uffici. Un'ora morta. E' raro che
il
negozio sia animato.
Si
è seduto. Ha chiesto anche lui quell'ultimo modello.
Gli ho portato il suo numero.
Ne ha provata una. Ha voluto anche l'altra.
Si è alzato in piedi, credevo per andare verso lo specchio.
Invece no. Si è seduto su una vecchia panca contadina
che fa da allestimento nella vetrina autunnale.
Gli ho portato il suo numero.
Ne ha provata una. Ha voluto anche l'altra.
Si è alzato in piedi, credevo per andare verso lo specchio.
Invece no. Si è seduto su una vecchia panca contadina
che fa da allestimento nella vetrina autunnale.
Ha appoggiato i
gomiti sulle ginocchia. E il
viso tra le mani, con gli occhi fissi sulle
scarpe.
Le
guardava fisso. Ma non erano quelle
scarpe che guardava.
C'era tutta una vita nei piccoli scatti dei piedi, nel sorriso
C'era tutta una vita nei piccoli scatti dei piedi, nel sorriso
bambino dei suoi occhi sognanti.
Muoveva i piedi come un cane le zampe quando sogna
Muoveva i piedi come un cane le zampe quando sogna
di correre.
Ha
trascorso un tempo infinito così.
Mi
sono avvicinata piano.
"E'
questo il modello che desiderava, signore?".
Si
è riscosso appena. Ha alzato su di me lo sguardo bambino, ma non era me che
vedeva.
Mi
ha teso la mano. "Mi chiamo Bernardo" ha detto.